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BREVE MANUALE PER IMPRENDITORI E PARTITE IVA

 

Fin da quando c’è stato il lockdown ho cercato dei manuali, degli studi o anche solo degli strumenti utili per gestire le imprese in maniera strategica in caso di crisi economiche gravi e impreviste come questa. Ho trovato molto materiale sulla gestione della crisi d’impresa, sulle crisi economiche in generale, ma niente che mi aiutasse a capire come supportare concretamente gli imprenditori in questo momento. Così strada facendo ho raccolto informazioni e dati, cercando di farmi un’idea direttamente sul campo. Ne viene fuori questo breve prontuario, che mi ha aiutato ad affiancare e consigliare gli imprenditori in questo momento così delicato e ad arrivare ad oggi non solo ancora forti ma anche con nuove ed ampie prospettive per il futuro.

 

5 ERRORI DA NON FARE

 

1) ANDARE NEL PANICO

Mai prendere delle decisioni quando si è molto tristi o molto felici… né quando si sta attraversando una crisi economica mondiale. Quando ci si trova alle corde è molto facile che l’emotività prenda il sopravvento, gettandoci nello sconforto o caricandoci di adrenalina. Reazioni istintive e naturali, che hanno lo scopo di tutelarci ma che non sempre si traducono in sagge decisioni di business. Non sei in forma? Hai paura? Provi rabbia, tristezza o ansia? Accettalo, questi sentimenti sono lì per dirti qualcosa, ma non lasciare che condizionino il tuo modo di fare impresa. Potresti pentirtene più avanti. Piuttosto prendi tempo, fai una pausa, allontanati dalla tua impresa se necessario ma cerca di ritrovare la lucidità prima di fare delle scelte che potrebbero condizionare il tuo business;

 

2) ABBASSARE I PREZZI

Il mercato è in crisi, la gente non compra, le famiglie sono mediamente più povere o diffidenti… verrebbe naturale abbassare i prezzi per andare incontro al proprio pubblico. È quello che verrebbe da fare in condizioni normali di mercato. Purtroppo però le crisi economiche, soprattutto quelle belle grandi, non presentano “condizioni normali” di mercato. Anzi, in caso di crisi alcune dinamiche di business vengono completamente stravolte. Quella di abbassare i prezzi quindi potrebbe non essere la scelta giusta. Naturalmente ciò non vale per tutti i tipi di imprese o tutti i mercati, bisognerebbe sempre valutare il caso specifico, ma diciamo che nella maggioranza dei casi non è una buona idea. Paradossalmente, per qualcuno potrebbe anche essere il momento giusto per alzarli;

 

3) CERCARE BUSINESS ALTROVE

Si sa che le piccole imprese italiane sono state un po’ lente nei processi di digitalizzazione: molte non vendevano online prima del Covid e non avevano nemmeno sito web o pagine social. Naturalmente il lockdown ha cambiato tutto e sono stati molti gli imprenditori e i professionisti che hanno deciso di investire tutto ciò che restava per trasferire il business online prima possibile. Speravano di trovare, in un mercato che non aveva subito una battuta d’arresto causa chiusura forzata dei locali, un pascolo più verde attraverso cui continuare a prosperare, in attesa di tempi migliori. Purtroppo però non è andata così: 1) aprire un nuovo mercato (come quello online) richiede tempo e investimenti, non è una cosa che si più fare efficacemente nel giro di pochi mesi; 2) ogni mercato ha regole proprie e le logiche che caratterizzano i mercati digitali sono molto diverse da quelle dei mercati locali (pubblico diverso, concorrenti diversi, linguaggi diversi…); Ecco perché investire tutto sperando di riuscire a spostare tutto o parte del business online non è stata, per molti, una buona mossa;

 

4) SMETTERE DI INVESTIRE

In questo momento tutto il mondo trema: gli investitori non sanno che fare, le imprese non sanno che fare, i governi non sanno che fare, le famiglie non sanno che fare… però bloccare completamente l’economia non sarà di certo una soluzione. Il benessere degli Stati dipende dal benessere economico dei cittadini e delle imprese, il benessere delle imprese dipende dai consumi, i consumi dipendono dal benessere delle famiglie che a loro volta dipendono dal lavoro e dai guadagni dei singoli membri (e quindi dalle imprese). Se i consumi si fermano le imprese si fermano. Se le imprese si fermano, si perdono posti di lavoro e questo contribuisce a rendere tutto il sistema ancora più povero. Smettere di investire quindi, riducendo l’acquisto di materie prime, prodotti, servizi ecc. non è una scelta saggia per le imprese così come non lo è, tutto sommato, nemmeno da parte dei cittadini. Questo clima di incertezza ha portato le famiglie (e anche le imprese) a ridurre drasticamente i consumi, aggravando così una situazione già difficile di suo. Se si vuole contribuire alla ripresa non bisogna smettere di produrre ma nemmeno di acquistare;

 

5) PERDERE LA ROTTA

La cosa più difficile in momenti di grande cambiamento come quello che stiamo vivendo è mantenere salda la rotta, avendo ben chiara davanti la meta da seguire. Questa crisi ha toccato tutti, da un punto di vista economico ma anche e soprattutto da un punto di vista umano, mettendo in discussione il bene di quanto c’è di più caro. È molto facile, di fronte a un male così grande, perdere il senso delle cose, il motivo, il perché. Eppure non c’è errore più grande che si possa fare, perché le crisi passano ma le imprese belle… ecco, quelle devono poter restare! Sta agli imprenditori, ai professionisti, ai leader il ruolo più difficile: quello di mantenere la rotta per sé e per gli altri, di ricordarsi e di ricordare il motivo per cui si fa impresa. Questo è il momento di tenersi stretto il proprio perché, di ritrovarlo se è andato perso o addirittura di trovarne di nuovi.

 

COSA FARE, INVECE…

 

1) RICALCOLARE IL PUNTO DI BREAK EVEN

Ti sarà capitato di chiederti: “Quanto posso andare avanti se le cose continuano così?”. L’emergenza Covid e il relativo lockdown hanno costretto gli imprenditori a gestire le loro imprese in condizioni che mai si sarebbero aspettati. I più lungimiranti avevano messo da parte qualche fondo o attivato delle assicurazioni ma comunque nessuno era pronto a mantenere i battenti chiusi per tre mesi, a cui è seguita l’estate, a cui sta seguendo un autunno di ripresa lenta e incerta. Il punto di break even (ovvero il valore esatto di fatturato che bisogna generare per pareggiare i costi, prima di iniziare a guadagnare, il punto di pareggio tra entrate e uscite) potrebbe essere cambiato dati i cambiamenti immediati e radicali che molti imprenditori hanno dovuto apportare. Conoscerlo permette di sapere fin quando è possibile tenere aperto senza troppi rischi, quando è il caso di iniziare a pensare a un’eventuale chiusura e su quali voci di entrata e di spesa si potrebbe intervenire per modificarlo. Se non l’avete ancora fatto o non sapete come calcolarlo, noi di Pocket mettiamo a disposizione uno strumento di calcolo semplice e gratuito che può essere d’aiuto, contattateci per saperne di più;

 

2) RACCOGLIERE DATI

Quando tutto cambia e si ha la sensazione che la terra stia tremando sotto i piedi una sola cosa può aiutare a ritrovare speranza e fiducia: i dati. Onesti, certi, rassicuranti dati. Anche quando tutto il mondo cambia è possibile indagare e raccogliere informazioni per analizzare questo cambiamento, valutarne le possibili evoluzioni e magari anche per scovare delle inattese opportunità di business. Il mercato è cambiato? Non sai più bene come relazionarti con i tuoi clienti? Oppure hai un’idea di business che vorresti lanciare ma non sai se è il momento giusto o se il modo in cui l’hai pensato può funzionare nelle bizzarre condizioni di mercato in cui ci troviamo? Non hai bisogno di rischiare tutto buttandoti, potresti farti seriamente male. Non serve nemmeno cercare di indovinare il futuro e interrogare i tarocchi. Quello che ti servono sono dei dati, nuovi, freschi, attuali, possibilmente raccolti da te e non filtrati dall’opinione altrui. Se non sai bene di che dati potresti avere bisogno o come raccoglierli non ti preoccupare, possiamo darti una mano a definire meglio il lavoro da fare, l’importante è avere fiducia nelle tue capacità e sapere che ciò che ti manca in questo momento non sono le capacità, né le opportunità: sono solo i dati;

 

3) PIANIFICARE IL CAMBIAMENTO

Saprai benissimo che, quando si vuol fare impresa, la prima cosa da fare è definire gli obbiettivi. Una cosa relativamente semplice in condizioni normali, che però diventa estremamente complessa quando il futuro è avvolto da nebbia fitta. C’è un modo per farlo, però. Prima di tutto bisogna pensare che se nel futuro più prossimo le cose sembrano poter cambiare molto rapidamente, è probabile però che guardando a un futuro più lontano si possa comunque ritrovare dei punti fermi, che facciano da riferimento. Alla fine, per quanto sia difficile ricordarlo, questa non è altro che una crisi e le crisi, prima o poi, passano. Certo, spesso si lasciano dietro un panorama ben mutato… però passano. Poi sta a noi decidere cosa vogliamo che resti alla fine della crisi e cose invece possiamo lasciare che cambi. Una volta definita la meta e ritrovato dei punti di riferimento sul lungo periodo si può fare un percorso a ritroso, pianificando gli obbiettivi di medio periodo e di breve, con una differenza rispetto a un “normale” lavoro sugli obbiettivi: in situazioni di crisi il breve periodo deve essere ulteriormente segmentato, definendo delle micro-tappe e degli scenari su orizzonti temporali minimi. Anche di pochi mesi o di poche settimane, se serve. In questo modo avremo due estremi certi, nel nostro piano di obbiettivi: la meta e il primo passo. Tutto il resto sarà, nel bene e nel male, solo un mezzo.

 

PER CONCLUDERE…

Spero con questa mini-guida di averti dato degli strumenti utili per affrontare i momenti di crisi in maniera strategica. Sono stata la prima a perdere la bussola in questo periodo, a rimettere in discussione il senso delle cose, paralizzata dal male che vedevo guardandomi intorno. Eppure quando si gestisce un’impresa bisogna ricordare che non si è responsabili solo di sé, ma anche di tutte le persone che dipendono da quell’attività e del proprio futuro. Forza, allora! I mercati possono tremare ma l’imprenditoria non si ferma e non si fermerà. Essa incarna lo spirito stesso del cambiamento, dell’innovazione e della ricerca del benessere. Forse mai come prima di oggi abbiamo avuto davvero bisogno di vere imprese!

Con affetto,
Valeria Pindilli
Pocket Manager