Quel mostro del marketing pt. 1: Il modo più semplice per bruciare i tuoi soldi

Il marketing: o lo ami o lo odi, non ci sono vie di mezzo. Almeno così pare quando si parla con liberi professionisti e imprenditori. C’è chi venderebbe un rene per investire tutto il ricavato in marketing e chi si riempie di eritemi sul viso al solo sentirlo nominare. Dal mio punto di vista, entrambi questi comportamenti sono eccessivi e spesso celano solo una certa ignoranza (nel senso buono del termine, ovvero una mancanza di conoscenza specifica) riguardo al tema. Posto che entrambi questi punti di vista possono tradursi in scelte quantomeno rischiose per le piccole attività, nei prossimi due articoli vorrei provare a discutere un po’ il tema, nella speranza di dare qualche spunto di riflessione utile a vedere le cose sotto una luce diversa.

  • Il marketing non è la panacea di tutti i mali

“Se non esce acqua dal rubinetto, può essere che non ci sia acqua o che i tubi siano guasti o intasati. Nel primo caso, pompare acqua risolverebbe facilmente la situazione, ma nel secondo farebbe solo esplodere i tubi e allagare la casa. Nel marketing funziona allo stesso modo, quindi prima di spingere sul marketing per far affluire più clienti, assicurati che la struttura di business regga se non vuoi rischiare di trovarti con l’acqua alla gola e un problema da risolvere molto più grande del precedente.”

Nella stragrande maggioranza dei casi, se chiedi a un imprenditore cosa migliorerebbe della propria attività, cosa gli servirebbe per crescere, la sua risposta sarà: “Più clienti!”. Ecco, questa risposta a volte è anche vera, ma spesso cela un’infinità di possibili questioni strutturali di business che a volte bloccano il possibile afflusso di clientela o la corretta gestione delle richieste che già sono presenti. Purtroppo, a volte gli imprenditori non cadono in questo errore per arroganza o per ignoranza: anche quelli più in gamba e preparati possono non rendersi conto di alcune pecche strutturali della propria attività perché osservandola dall’interno alcune cose possono essere fuori dal loro campo visivo. Per questo motivo è importante mantenere sempre aperto il confronto con le altre persone, che spesso possono dare un punto di vista diverso, mettere in luce delle falle che magari non erano ancora emerse, e in questo modo permettere di sistemare le cose. Investire in marketing nel tentativo di fare qualcosa (senza però sapere bene cosa e come) non risolverà i problemi strutturali dell’attività, anzi, farlo potrebbe solo peggiorare certe situazioni. L’unica soluzione, in questi casi, è avere la forza e il coraggio di aprirsi al confronto, di vedere le cose come stanno e di impegnarsi per sistemare le cose che possono essere ancora salvate o di lasciare andare quelle che ormai non servono più.

  • Il marketing non è una slot machine

Stessa cosa vale per tutti quei professionisti e quegli imprenditori con una forte propensione al rischio, che si relazionano al marketing (e in particolare all’advertising) come si relazionerebbero a una slot machine: questo soldino è stato inutilmente buttato, ma se continuo a mettere dentro dei soldini prima o poi farò jackpot. Errore. Grave errore. La prima cosa che mi verrebbe da controbattere è: “Se hai fatto una cosa una volta e non ha funzionato, cosa ti fa credere che ripetendo la stessa cosa nello stesso identico modo, otterrai un risultato diverso?”. Qualcuno diceva che: “Errare è umano, perseverare è diabolico”… ecco, non so se sia diabolico, ma di certo perseverare non è marketing. Pianificare, testare, monitorare: questo è marketing.

Molti rimangono abbagliati dai grandi numeri generati dalle imprese e dai professionisti di successo, tendendo a imitare ogni loro mossa nel tentativo di sortire per sé stessi lo stesso effetto. Purtroppo però le cose nel marketing non funzionano così: se tizio ha pubblicato una foto in un certo modo e ha ottenuto un milione di like, non significa che se tu avessi postato la stessa identica foto prima di lui avresti ottenuto lo stesso risultato. Il marketing è una scienza delicata, dove i fattori che influenzano la riuscita o meno di una certa iniziativa sono tantissimi, spesso anche più di quelli di cui persino i professionisti sono consapevoli.

Chi riesce nel marketing non è un mago, non è dotato di un’intelligenza superiore e non ce la fa “solo perché ha soldi da investire”. Al contrario, il successo si basa sulla comprensione delle logiche e delle dinamiche del marketing. Quindi non serve a nulla insistere, continuando a battere sul tasto sbagliato, e non serve nemmeno imitare i grandi sperando di ottenere gli stessi risultati. Serve studiare, serve testare, serve capire come funzionano le cose (Cosa porta le persone a mettere un like? O a chiedere approfondimenti? O ad acquistare un certo prodotto/servizio invece che un altro?) e solo dopo aver sviluppato un piano e averlo testato, insistere fino a trovare la maniera giusta per sfondare.

  • Il Marketing non è “l’albero della cuccagna”

Ricordate come hanno fatto il gatto e la volpe a fregare Pinocchio? Lui aveva due soldini in tasca e loro gli dissero: “Dalli a noi, li pianteremo e faremo crescere un albero carico di monete d’oro, che continuerà a produrre denaro per te”. Alla fine dell’Ottocento, Collodi scrisse questa storia (non con queste parole, ho parafrasato) senza nulla sapere di marketing ma con l’intento di ammonire i bambini dal fidarsi di chi avrebbe potuto chiedere loro dei soldi promettendo maggiori guadagni. Sono passati più di 200 anni da allora, eppure siamo ancora qui, a dare soldi ai marketer nella speranza che ne tornino 10, 100 volte di più.

Chiariamo un punto: che il marketing sia un investimento non c’è dubbio, non avrebbe senso “investire” in comunicazione, in branding, o in advertising (come in finanza o in qualsiasi altra cosa) sapendo di spendere più di quanto si andrà a guadagnare. Ma non bisogna dimenticare che il marketing è uno strumento di business che porta risultati solo se utilizzato nel modo giusto e per le giuste finalità. Usare “il denaro per produrre denaro” è uno dei grandi miti della nostra era, che di per sé come concetto non è errato, solo che viene interpretato dalla stragrande maggioranza delle persone nella maniera sbagliata, cioè come un modo per avere guadagni facili, rapidi e duraturi. Beh, dal mio punto di vista, a credere alle fiabe il rischio è di far la fine di Pinocchio…

Il marketing non è un’arma che gli imprenditori possono usare per moltiplicare i guadagni, è una parte essenziale del fare impresa che, come tutto il resto, deve essere integrata nei piani di sviluppo, allineata a quelli che sono gli obbiettivi di business e utilizzata con consapevolezza e metodo. Solo così può davvero portare ad ottenere dei risultati importanti e sì, nel tempo, anche a guadagnare 10 o 100 volte quello che è stato l’investimento iniziale.

Questi sono alcuni dei modi in cui è più comunemente frainteso il marketing, ma anche solo per aprire l’argomento un singolo articolo non basta. C’è chi dal marketing si lascia abbagliare ma anche chi di marketing non ne vuole proprio sapere, comportandosi in maniera altrettanto rischiosa… e questi ultimi saranno i protagonisti del mio prossimo articolo! Quindi niente anticipazioni, per il momento vi saluto e spero che questo articolo vi sia stato utile a capire un po’ di più il marketing, a farvi delle nuove domande o anche solo per iniziare a distinguere i professionisti che fanno marketing seriamente da tutti i gatti e le volpi che ci circondano.

Naturalmente rimango a disposizione per qualsiasi dubbio, chiarimento o approfondimento e anche oggi vi saluto,

Con affetto,
Valeria Pindilli

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