C’è un dubbio che mi ha praticamente ossessionata da quando ho iniziato a studiare i testi di Gerber: mi trovo totalmente d’accordo con le sue teorie e col suo approccio alla strategia per le piccole imprese, tuttavia, secondo la mia esperienza, le tre anime dell’imprenditore che lui ha individuato potrebbero non essere sufficienti.

Mi spiego meglio. Un bravissimo imprenditore può avere le migliori idee, essere un grande esperto della sua materia e una persona abbastanza organizzata da riuscire a dare una forma ai propri sogni per trasformarli in veri e propri progetti. Eppure a questa ricetta manca ancora un ingrediente, che Gerber in qualche modo dà per scontato (forse perché abituato al panorama americano), ma che per quanto ho potuto notare non lo è affatto.

 

L’ingrediente nascosto

Questo sospetto mi ha portata a pormi prima di tutto delle domande in merito a quale potesse essere questo ingrediente non bene identificato e poi a cercare conferme alle mie ipotesi nella letteratura economica (prima) e in quella psicologica (poi). In particolare, il fortunato incontro con Giovanni Sebastiano Cozza, business coach di grande esperienza e di ancor più ampie competenze, mi ha permesso di trovare finalmente il bandolo della matassa: il punto di partenza di un lungo filo rosso che collega studi e concetti solo apparentemente molto distanti tra loro.

Quando ho parlato a Giovanni di questa mia ricerca, infatti, lui ha subito individuato tre argomenti correlati che avrebbero potuto mettermi sulla giusta strada.

  • Il Success Insight: uno strumento di analisi dei comportamenti, delle motivazioni profonde e dei valori delle persone, utilizzato a livello mondiale per lavorare sulle risorse umane.
  • Gli studi sulla personalità di Carl Gustav Jung, noto psichiatra e psicanalista, che visse a cavallo tra l’800 e il ‘900, lavorò con Freud e ideò diverse teorie rivoluzionarie, di cui forse la più nota per le sue applicazioni nel business è quella relativa agli archetipi.
  • Il test comportamentale DISC, ideato da John Geier a partire dagli studi di psicologia condotti da William M. Marston (contemporaneo di Jung) intorno agli anni ‘30. Si tratta di un modello comportamentale che incrocia la propensione delle persone a essere introverse/estroverse e il loro orientamento lavorativo, che potrebbe concentrarsi più sulle persone o più sulle attività e i risultati. Da ciò nasce una matrice che permette di classificare le persone in base a quattro profili psicologici chiave.

 

La matrice DISC

Orientamento: Alle azioni/ai risultati Alle persone
Estroverso DOMINANTE: persona attiva e sempre in cerca di sfide, in cerca di libertà e realizzazione personale, energica, determinata e ambiziosa. INFLUENTE: persona in grado di influenzare il prossimo attraverso le parole e in canali di comunicazione emotivi, convincente, fiduciosa e ottimista.
Introverso STABILE

Persona estremamente esperta, riservata, paziente e stabile, amante del proprio lavoro ma molto riservata.

COSCIENZIOSO

Persona che si attiene alle regole e alle gerarchie, meticolosa sul lavoro, prudente, precisa, ordinata e diplomatica.

 

Naturalmente salta all’occhio come due dei profili del modello DISC si sovrappongano quasi perfettamente a due delle tre anime dell’imprenditore individuate da Gerber: Coscienzioso = Manager; Stabile = Maestro. Il profilo Dominante invece si sovrappone solo parzialmente al Sognatore di Gerber, mentre l’Influente sembra mancare.

Eppure secondo me questi si riferiscono tutti allo stesso fenomeno, trattato però in modo diverso a seconda della personalità, della professionalità e delle competenze di chi ha sviluppato le varie teorie.

Credo che Gerber abbia in qualche modo dato per scontata la capacità comunicativa del sognatore, unendo in quest’unica figura il profilo Dominante e quello Influente. Le tre anime dell’imprenditore rilevate da Gerber emergono dalla sua pluriennale esperienza sul campo e probabilmente i piccoli imprenditori americani si presentavano spesso a lui con queste due caratteristiche talmente bene unite da essere difficili da distinguere.

 

Il filo conduttore

In Italia però succede una cosa diversa: di sognatori ce ne sono tanti ma non tutti questi sognatori sono abituati a condividere le proprie idee, a coinvolgere altre persone nei propri progetti, o a ispirare/motivare altri a unirsi nel perseguire obiettivi comuni.

Non saprei dire se si tratta solo di un retaggio culturale più realista e individualista rispetto a quello americano o se ci sono altri fattori che hanno contribuito a creare questo approccio differente alla piccola imprenditoria, né credo sia il caso di indagare qui la questione.

Resta però il fatto che gli imprenditori americani e quelli italiani sono profondamente diversi nel rapportarsi ai progetti d’impresa, che psicologi, psicanalisti e psichiatri di tutto il mondo appoggiano, condividono e utilizzano gli studi di Jung, Geier e Marston e che c’è un filo conduttore che collega tutti questi argomenti apparentemente sconnessi.

 

Le quattro anime dell’imprenditore

Ho provato a unire questi studi, creando un piccolo modello che racchiude tutto ciò che abbiamo visto insieme in questa piccola serie di articoli e che integra gli studi di psicologia di cui ti ho appena parlato nel descrivere “Le tre anime (+1!) del piccolo imprenditore” italiano!

Il sognatore di Gerber è, secondo me, a sua volta composto da due anime che a questo punto meritano di essere distinte e separate:

  • Il leader: figura visionaria e carismatica, sì, ma anche talmente determinata da risultare a volte arrogante. Eccolo, il Capitano di cui parlavamo alcuni capitoli fa, che coi suoi grandi pregi e i suoi grandi difetti ci porta col cuore e con la mente a un’isola del tesoro che lui solo vede, prima ancora di farci arrivare lì con le gambe e permetterci di toccare il sogno con mano;
  • Lo speaker: l’intrattenitore del gruppo, portatore sano di leggerezza, la figura gregaria che costituisce il vero spirito del gruppo, il collante che tiene unito il tutto con una bella dose di storie e risate, ma anche il portavoce ufficiale, che si assicura che tutti siano sempre coinvolti, allegri e motivati. Una figura che da sola sarebbe altamente inconcludente ma che in gruppo può fare la differenza tra la riuscita dell’impresa o il totale fallimento.

Eccoli, i nostri quattro eroi!

matrice-disc

 

Ciascuno con delle caratteristiche ben distinte, così complete e indipendenti di per sé da poter costituire delle personalità a sé stanti:

 

pocket-manager-valeria-pindilli

 

Non fosse che per essere un bravo imprenditore avere solo una o due di queste personalità non basta. In questo caso la grandezza nasce dall’equilibrio, dunque si ha tanto più potenziale come imprenditori quanto più si è in grado di ospitare dentro di sé in modo omogeneo tutte e quattro queste Anime.

 

Le domande in sospeso

Questa piccola serie di articoli finisce qui. Sono perfettamente consapevole che molte domande rimangono aperte, tipo:

– Come puoi sapere qual è il tuo mix di personalità e, dunque, per cosa sei più portato ma anche che rischi corri?

– Cosa cambia nel profilo psicologico se si hanno solo due o solo tre di queste caratteristiche ben sviluppate?

– Cosa succede se a dirigere l’impresa non c’è una persona sola ma un team, come oggi succede in tantissime startup?

– Come fare a sviluppare le caratteristiche in cui siamo più carenti in modo da migliorare anche il proprio business di conseguenza?

 

Un ebook nel cassetto

Per questo mi piacerebbe scrivere un piccolo ebook che tratti questo tema in modo dettagliato e un test scientificamente validato che permetta, a chiunque voglia mettersi alla prova, di scoprire qualcosa di nuovo su di sé, che potrebbe avere delle importanti ricadute sul proprio modo di fare business.

Tuttavia fare tutto questo mi richiederà un impegno non da poco, quindi ho intenzione di farlo solo se anche tu ritieni possa essere utile. Ti invito dunque a farmi sapere (privatamente oppure commentando questo articolo e in post sui social che lo riguardano) se hai trovato utile questa serie di articoli e se ti fa piacere avere ulteriori approfondimenti. In ogni caso ti ringrazio per avermi seguita fino a qui, è stato bello!

Ti aspetto il prossimo anno con tutta una serie di contenuti inediti e, in attesa di ciò, ti auguro di cuore buone feste!

 

Con affetto,

Valeria Pindilli

Pocket Manager