La più grande risorsa di ogni imprenditore sono i suoi errori, eppure spesso ce ne dimentichiamo al punto da arrivare a soffrire per ogni sbaglio che riteniamo di fare sul lavoro.

Esiste un modo per ricordarci di tutto questo quando serve? Si può uscire da queste dinamiche autodistruttive e imparare a trasformare gli errori in risorse, i rischi in opportunità?

Secondo me sì, e ho individuato 6 passi da fare per riuscirci. Prima di parlartene, però, c’è bisogno di una doverosa premessa…

Evitare il mea culpa

Hai mai visto un business in cui le cose vanno sempre bene? Mai un imprevisto, mai un’incomprensione, mai un diverbio: le cose filano sempre lisce come previsto.

Personalmente non ho mai assistito a nulla di simile e anzi, diffido di tutti coloro che fanno passare il proprio business per “l’idea del secolo”, negando, mascherando o nascondendo il più possibile eventuali rischi e fratture interne.

Le cose non possono andare sempre bene, lo sappiamo: la natura stessa delle cose è spesso fatta di alti e bassi e, per quanto il desiderio sia generalmente quello di tendere alla perfezione, sappiamo tutti benissimo che non è proprio possibile raggiungerla.

Eppure, ben consapevoli di tutto questo, appena incorriamo in un contrattempo o i ritorni di un’attività non sono quelli sperati, ecco molti di noi professionisti/imprenditori pronti ad afferrare il cilicio e autoflagellarci per fare mea culpa.

Perfezionisti cronici

Ecco, pur non essendo mai giunta alle punizioni corporali, ammetto che sono anch’io tra le fila dei perfezionisti cronici, di quelli che non sono mai soddisfatti di ciò che sanno/fanno nel lavoro e che chiedono quotidianamente a sé stessi sempre qualcosa di più.

Non so da cosa possa derivare questa tendenza e purtroppo non ho modo di scoprirlo, quindi mi limito a osservare questo fenomeno e a rifletterci su, perché queste dinamiche di pensiero hanno il potere di influenzare radicalmente la vita di chi le attua o le subisce.

Prendiamo un imprenditore medio, già fortemente stressato da ritmi di lavoro frenetici, pressioni che provengono da ogni dove (famiglia, amici, colleghi, clienti ecc.) e responsabilità schiaccianti verso sé stessi e gli altri. Aggiungiamo anche solo una goccia di questa continua ricerca di perfezione, poi diluiamo il tutto in una cronica mancanza di tempo che riduce nettamente le possibilità che ha di concentrarsi e di continuare a formarsi… beh, non serve agitare questa mistura infernale per rendersi conto che la situazione è fortemente esplosiva.

Mentre il nostro imprenditore medio se ne va in giro apparentemente ignaro di tutto, con un cartello luminoso sulla schiena che dice: Attenzione, materiale altamente infiammabile, maneggiare con cura, io mi pongo una domanda.

Dato che sbagliare è umano, esiste un modo per trasformare gli errori lavorativi che ognuno di noi (volente o no) compie, in una risorsa anziché in una grave colpa?

La mia risposta è sì, e anzi, dirò di più!

Gli errori non solo sono un patrimonio prezioso ma sono la più grande risorsa per un imprenditore, perché lo aiutano a vedere il mondo da una prospettiva diversa. Non solo, lo portano a cercare soluzioni alternative e gli offrono informazioni che nessun altro, avrà mai a disposizione.

E allora come si fa a trasformare un errore in una risorsa?

Scopriamolo insieme!

Errori in risorse: i 6 passi da compiere 

Per come la vedo io, i passi da fare per trasformare un errore in una risorsa sono 6.

1° passo: rimuovi il senso di colpa.

Cosa non semplice da fare, ma che può essere superata evitando di vivere gli errori come colpe personali e prendendo le persone, le cose e le situazioni per ciò che sono realmente (noi stessi compresi). Il senso di colpa è come una lente deformante che impedisce di vedere le cose in modo chiaro e oggettivo, quindi la prima cosa da fare è cambiare la lente!

2° passo: analizza il problema “col senno di poi” e impara la lezione.

Se ti rendi conto che avresti effettivamente potuto fare qualcosa per evitare il problema o limitare i danni, allora ringrazia l’universo per questo prezioso insegnamento e vai avanti per la tua strada, con la certezza che non ricapiterà perché ormai hai imparato. Se invece capisci che pur facendo del tuo meglio non ti sarebbe proprio stato possibile evitare l’ostacolo, allora smettila di assumerti delle colpe che non hai. Chiedo scusa per i toni un po’ bruschi di queste ultime affermazioni, ma a volte penso serva “una bella scrollata”.

3° passo: prendi nota, con distacco, delle conseguenze.

Che impatto ha avuto questo errore sulla tua impresa? E su di te? Ha toccato altre cose/persone? Se sì in che modo? Se possibile, prova a dare un “peso” (da 1 a 10) alla gravità di ciascuna delle conseguenze che individui. So bene che non è semplice mantenere il dovuto distacco, perché si tende spesso ad essere molto coinvolti e ciò può portare a sentirsi in colpa… e a dover ricominciare dal punto 1! Una volta fatto questo, prova a immaginare delle soluzioni che risolvano ciascun punto in elenco. Per capire se le soluzioni che hai immaginato sono corrette, prova a valutare per ciascuna di esse il costo che comporta, il beneficio che ne trarresti ed eventuali rischi correlati.

4° passo: impara a prevenire invece che a curare.

Adesso che conosci questo tipo di problema, non ti sarà molto difficile comprendere quando e come potrebbe ripresentarsi. Per evitare che questo o altri errori ti allontanino dal raggiungimento dei tuoi obbiettivi, prova a definire bene la tua meta e, a ritroso, ipotizzare “cosa potresti fare per raggiungerla”, “cosa potrebbe andare storto” e “cosa potresti fare per rimediare”. Se ti rendi conto che una scelta potrebbe portarti a scenari molto rischiosi, difficili da gestire e con conseguenze negative importanti… beh, cerca di evitare di giungere a quel tipo di scelta agendo preventivamente.

5° passo: dividi i tuoi obbiettivi più importanti in microobbiettivi raggiungibili e misurabili.

Questo ti permetterà di renderti conto della strada che stai percorrendo in tempo reale e di accorgerti di eventuali cambiamenti importanti nell’ambiente circostante. Misurare ogni parametro ti darà inoltre la possibilità di capire subito quali delle tue scelte/azioni stanno ottenendo i migliori risultati e quali invece no, mettendoti in condizione di capire quali rinforzare e quali invece modificare o interrompere.

6° passo: monitora e rettifica.

Ogni buon piano, se non viene messo in atto, rimane uno spreco di tempo e magari di carta. Una volta ideato il tuo piano verso il successo dunque, ricorda sempre di metterlo in atto e di verificare strada facendo la correttezza della tua strategia. Potrebbe darsi che le tue previsioni non siano complete o corrette, come potrebbero succedere delle cose non previste che cambiano le carte in tavola. L’importante è mantenere lo sguardo sull’obbiettivo ed essere pronti ad attuare le necessarie correzioni di rotta là dove ve ne fosse la necessità.

Questione di prospettiva

In ogni cosa che ci succede possiamo scegliere noi se vedere il lato positivo o quello negativo, se lasciarci abbattere o se imparare qualcosa che ci sia utile per il futuro. Spero che le mie considerazioni ti siano state d’aiuto per comprendere che, anche se a volte le cose non vanno come vorremmo, non serve farsene una colpa anzi, è possibile reagire e trasformare errori e rischi in risorse e opportunità.

I sei punti che ho elencato naturalmente non sono una soluzione valida in assoluto ma tracciano un sentiero, una rotta che è possibile seguire per trovare una via d’uscita dalle avversità anche nei momenti più bui.

Mi piacerebbe sapere se anche tu ti sei mai trovato a riflettere su questo tema e a quali conclusioni sei giunto, perché dal confronto nascono sempre nuove idee.

Spero di sentirti presto, dunque, forte delle nuove risorse che avrai ottenuto lungo il tuo viaggio!